Che (Sporthotel)Panorama! Scoperte in Alta Badia

Pare che la maggior parte dei ‘settimanabianchisti’ italiani prediliga l’albergo in centro paese. Ebbeh… il negozio per trovare i regalini, il giretto pomeridiano, l’aperitivo nel locale giusto, la passeggiata digestiva dopocena… E la nonna che  si annoia, e la farmacia è meglio che sia vicina, e gli amici nell’albergo lì vicino… Sì, carino tutto questo. Ma per me è impagabile uscire la mattina dalla ski room, e trovare la pista lì. Non dico neanche l’impianto: la pista. Lì. Sentire la neve sotto gli sci SUBITO, ‘assaggiarla’ immediatamente, fosse anche per uno stupido raccordino per andare a valle all’impianto di arroccamento principale… Notate che non è poi così facile trovare l’albergo ski in ski out nelle grandi stazioni delle Dolomiti. Intendo a metà delle piste, non in fondo, magari circondato da un parcheggio enorme…  No no, dico proprio sulla neve. Ovviamente, poi, questo tipo strutture ricettive si trova in posizione dominante e panoramica, e magari isolata. Sì, gli italiani hanno quasi paura dell’isolamento, vogliono stare in mezzo ai consimili, anzi, amano proprio stare nel casino. I turisti stranieri invece amano questo tipologia, tanto che in Austria e in Svizzera gran parte degli hotel top sono FUORI dal paese . Infatti, io stesso ci ho messo un po’ a scoprire lo Sporthotel Panorama, relativamente ‘isolato’ sopra Corvara. Bazzico da una vita in Alta Badia, ma non l’avevo mai notato più di tanto, eppure è bello grande. Beh, l’ho provato e… È stata davvero una bella scoperta. Una ‘casona’ in stile vagamente tirolese, con ampie terrazze e camere affacciate a ovest. Ideale per ammirare il tramonto e le Dolomiti che si tingono di rosa, poiché l’affaccio è su Gruppo del Sella, su Passo Gardena, e quel Sassongher che è il simbolo della conca di Corvara. Un panorama mirabile, non a caso il nome Sporthotel Panorama. Il tipico hotel familiare che nasce negli anni del boom del turismo sciistico, e poi via via si ingrandisce, si rinnova, si aggiorna. Fino a diventare una delle tante eccellenze che caratterizzano l’Alta Badia.

Siamo proprio ai piedi della seggiovia quadriposto Arlara, che ci porta in quota verso Punta Trieste, Pralongià, Cherz e in pratica tutto il ‘sistema’ reticolare fra Corvara, San Cassiano, La Villa; oppure, inforcando subito gli sci, lungo raccordi che portano o alla partenza della cabinovia Col Alto, o ancora, verso l’altro versante della vallata, alla partenza della telecabina del Piz Boè: il che vuol dire, in pratica, che ci troviamo al centro della grande ‘rete’ Dolomiti Superski e del Sella Ronda.

L’ambiente interno è caldo, ma sobrio e curato, con una certa ricercatezza negli arredi e nei particolari. Proprio quello che ti aspetti da un hotel importante di montagna. Il bar, con piacevolissimo caminetto, invita al polleggio (per la traduzione, vedere dizionario dello slang bolognese). Non manca un’area wellness ampia e spaziosa, dotata di piscina coperta, vasca a idromassaggio, sauna finlandese, bagno turco, bagno cristalli, sauna tirolese, unica in sé per la particolare architettura con vista sul paese e sulle montagne dolomitiche. In più, l’antico fienile è stato trasformato nel “fienile del wellness”, cioè adibito a sala massaggi. Una delle stanze per i trattamenti ha una vasca multifunzionale, dove si praticano bagno di fieno o bagno al latte alpino. Per rilassarsi al sole, la terrazza panoramica ha accesso diretto alla piscina e zona sauna.

Affianca il corpo centrale dell’hotel una dependance collegata alla ‘casa madre’ mediante comodi passaggi sotterranei nel livello del ristorante con Stube, cantina, piscina, garage, skiroom… (insomma tutto comodo e perfetto!) con varie camere di livello altrettanto valido, ma di aspetto più contemporaneo-alpino.

Il bello di questi hotel dell’Alto Adige, e in particolare della ladina Alta Badia, è che alle redini c’è sempre qualcuno della famiglia. Michael Costamoling, già agonista di snowboard a livello nazionale, è un patron moderno… insieme ai suoi parenti, è attento al dettaglio, è uno sportivo, e un conoscitore e un ambasciatore appassionato della sua valle, è un grande esperto di enogastronomia. Ma è un tipo alla mano, non invadente, che sa quali attenzioni dedicare agli ospiti e in quali occasioni invece bisogna dimostrare la massima discrezione. Miki è molto bravo nell’interagire con i clienti. Una volta la settimana lui stesso accompagna gli ospiti per lunghi ski safari, come il Giro della Grande Guerra. Ed è normale che alcuni clienti da tutto il mondo vengano qui da 30 o 40 anni… La sua collezione di vini è da grande hotel internazionale. Lo scorso gennaio Michael ha lanciato il numero zero di un evento sci+vino molto intrigante. L’ha chiamato Wine Cup Alta Badia. In pratica una specie di ski safari, in più giornate (l’edizione 2018 si è tenuta fra il 9 e il 18 gennaio scorso), fra zone e rifugi diversi, dove fare esperienze di degustazioni particolari: birre artigianali altoatesine, verticali di bollicine millesimate, degustazioni dello stesso vino a quote diverse, cene a tema con abbinamenti di alto livello… il tutto da vivere nel corso di più giorni. Eventi di questo tipo vengono già organizzati in giro per le Alpi, è vero (un esempio in grande stile è Wein am Berg, a Soelden, promosso dall’hotel Central, oppure i vari wine e skisafari nella stessa Alta Badia e in un po’ tutto l’Alto Adige). Ma questi ultimi hanno per protagonisti solo vini altoatesini, mentre la Wine Cup dello Sporthotel Panorama è di qualità sartoriale, esclusivamente per piccoli numeri di ospiti prenotati, e ha per protagonisti vini di tutto il mondo. Io ho avuto l’occasione di provare una di queste esperienze , e in particolare le degustazioni con i vini della Tenuta di Fiorano (che fa capo alla famiglia Antinori, un gioiellino seguito personalmente da Alessia Antinori, ed è  praticamente l’unica azienda vitivinicola di peso all’interno del comune di Roma, nei pressi dell’Appia Antica). Ai 2800 m del Lagazuoi, ai 2000 metri del rifugio Arlara, ai 1650 metri dell’hotel abbiamo fatto delle verticali di varie annate di alcuni vini aziendali, come il Fioranello e il Fiorano bianco (a base del raro Semillon, lo stesso vitigno usato in Francia per il Sauternes), e i rossi a base di varietà internazionali (Cabernet Sauvignon e Merlot). Vini perfetti, ma anche con personalità e complessità, che assumono differenti sfumature durante il cambio di altitudine (personalmente ho preferito la degustazione a quota normale, mentre quella ad alta quota se da un lato amplifica le sensazioni, dall’altro sembra influire nella brillantezza olfattiva dei vini, rendendoli quasi più evoluti).

Qui Michael Costamoling

Ma torniamo all’hotel: in inverno c’è il ristorante alla carta, aperto anche a esterni, con pochissimi coperti, in una suggestiva Stube, la Stüa Ladina. Piatti tradizionali di impronta tirolese-ladina si alternano a piatti ricercati di ispirazione moderna e internazionale, che spiccano anche per la presentazione di grande effetto, fra geometrie e accostamenti di colori.

Insomma, un ottimo hotel, il Panorama. Piccola avvertenza: attenzione alla strada per salire all’hotel, la via Arlara che parte dall’altezza della chiesa dal centro a Corvara. Larga e ben disegnata, con qualche curva, ha una pendenza che inganna: sembra normale e affrontabile con due ruote motrici senza catene, e invece…. Ma niente paura: alla peggio arriva la navetta dell’hotel…

www.sporthotel-panorama.com

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