Luogo del cuore

Mi fa sempre uno strano effetto sciare in modo moderno,  con i materiali di ultima generazione e la tecnica affinata,  nelle stazioni sciistiche frequentate da bambino. Ti rimane dentro ogni cunetta, ogi albero, ogni scarpatella per fare i salti, ogni pista percorsa, ricordata e amata palmo  a palmo, quando gli sci erano pezzi di legno diritti di 2 metri e le piste erano piene di ostacoli.   Sempre brutto fare i nostalgici… Però fra i miei ricordi è molto vivo quello di Folgarida. Quella mitica settimana bianca da me organizzata, con la quale decimai la classe di V ginnasio, portando via 15 persone in calendario scolastico, rischiando inconsapevolmente la bocciatura (in realtà ero fra i primi della classe). Eravamo all’Hotel della Torre, che mi sa che non esiste più… e c’era ancora l’ovovia gialla, che per salirci, dovevi correrci dietro. E la pista nera la facevamo una volta o due al giorno, senza paura.

Bene, in una splendida giornata di marzo, ho ritrovato con gioia, e un po’di sorpresa, un grande comprensorio che ritenevo  – a torto – in secondo piano rispetto a quelli che frequento abitualmente in Austria e nel Dolomiti Superski. E che comprensorio! Mamma mia… Di assoluto livello internazionale. Folgàrida-Marilleva, nella trentina Val di Sole, che poi oggi è unita a una miglioratissima Madonna di Campiglio: 62 km di discese, 36 piste (38% facili, 49% medie, 13% difficili) tra i 2180 metri di Monte Vigo e i 1300 m  (‘Ski Area Campiglio Dolomiti di Brenta Val di Sole Val Rendena’, 150 km con unico skipass).

E dire che quei nomi un po’ così, un po’ ‘finti’, un po’ anni ’70 (Folgarida si confonde poi con Folgarìa…), e con i condomini piuttosto grandi quasi alla francese, confesso che ero un po’ scettico….

E invece.

Invece, mi ha impressionato. Primo: è stato quasi confortante il fatto di ritrovare un po’ di ‘code’. Non ne ero più abituato. Tanta bella gente allegra, variopinta, da tutta Italia, Napoli, Roma, Toscana, Bologna, Romagna…. tantissimi corsi collettivi, in una babele di lingue. Basso livello sciistico medio, tanta gente in mezzocon traiettorie assurde e velocità folli…Ma va bene lo stesso. Rifugi pieni zeppi, ma organizzatissimi. La gente ama ancora lo sci, allora…

E poi la seconda cosa che mi ha impressionato: impianti moderni di alto livello (a parte pochissime eccezioni, piacevolmente romantiche), e va bene, ma soprattutto la qualità oggettiva delle piste e della loro manutenzione, in particolare delle nere più significative e iconiche, veri pezzi storici ma rivisitati in chiave moderna: le Nere di Folgarida e di Marilleva conservano una spiccata personalità, con rapidi cambi di direzione nel bosco (specie quella di Marilleva), variazioni di pendenza e movimenti del terreno, un’esposizione protetta e ideale (nord). La nera di Marilleva, peraltro, ha anche il vantaggio di essere un po’ defilata sul versante nord del Dos de La Pesa,  e quindi dimenticata dal flusso prevalente della folla verso Folgarida e Campiglio: la devi andare a cercare apposta.  Molto carina l’idea di apporre a inizio pista nera un cartello con altimetria e illustrazione grafica del tracciato, come ho visto in cima alla nera di Folgarida.

Me lo sono godute tutte  anche le piste più semplici: a parte  la sempre  affollata direttrice di Malga Panciana-Marilleva (era una bolgia, allora lo è anche adesso), compreso la rossa Belvedere, alternativa alla nera. Carine anche le ondulate piste ‘nascoste’ della vecchia seggiovia Ometto. Una lunga sciata, la offre la discesa della val Mastellina verso l’intermedia di Daolasa, larga ed entusiasamente. Come poi non ricordare la mitica pista n. 10 Malghette, che soffriva di un’esposizione sud est, ora dotata di migliore impianto di innevamento. Rimane un evergreen, con il suo rilassante andamento ondulato fra radi boschi di larici in quota, ma con un ampio muro finale, anche la Genziana (che insieme alla Malghette forma il collegamento con la zona di Madonna di Campiglio). Ma quante volte l’avrò fatta in passato… Forse 50 o 60… Bello tornarci sopra e incidere binari…

Ah, dimenticavo: il panorama del Gruppo di Brenta è sempre strepitoso!

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