Terra di motori: nuovo Museo Lamborghini

Sul lungo rettilineo che collega San Giovanni in Persiceto a Nonantola, dove cultura bolognese e modenese si fondono, quasi di fronte al centro storico di Sant’Agata Bolognese, delizioso quanto sconosciuto, lì c’è la Lamborghini. Roba italiana, emiliana, per meglio dire bolognese. Orgogliosamente. La ‘Lambo’, cioè la mitica Lamborghini, anche se di proprietà del gruppo AUDI AG, è sempre ‘nostra’. Mi ha fatto piacere sentirlo dichiarare e ribadire con enfasi dal CEO Stefano Domenicali (guarda caso di Imola, ex Ferrari, da non confondere con l’altro Domenicali, Claudio,  della Ducati) all’inizio del suo discorso per l’inaugurazione del nuovo Museo Lamborghini, esistente dal 2001, ma appena rinnovato negli spazi e nell’allestimento generale presso la sede aziendale.

Non ero mai entrato alla Lamborghini prima. E quando l’altro giorno ho ricevuto l’invito (il 9 giugno, in occasione del Miura Tour, il grande raduno di proprietari arrivati in Italia per celebrare, con un viaggio di 500 km tra Emilia, Liguria e Toscana, i 50 anni di questa icona), ho subito pensato che sarebbe stato uno di quei pochi eventi da non saltare – in un periodo in cui sono ben poco presenzialista. Io sono abbastanza negato in meccanica, e non so guidare certo da ‘pilota’, ma l’appartenenza a questa Terra di Motori, mi piace, mi coinvolge. Forse perché mi hanno sempre interessato i trattori e quando cresci in Emilia con quel Dna lì, c’è poco da fare… Ce l’hai dentro. E anch’io, fra tanti ospiti da tutto il mondo – dove, pur da giornalista, in fondo c’entravo ben poco –  mi sono sentito particolarmente orgoglioso.

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Dunque, eccomi, cosa insolita per me, a rimirare e a toccare auto che ho avuto solo come modellini da piccolo… Miura, Espada. Al museo Lamborghini si viaggia grazie al nuovo concept fra storia, motori, design e tecnologia.

Il primo aspetto che colpisce è il colore. Il nuovo bianco dei pavimenti e le tonalità di grigio di pareti e soffitto fa risaltare le tinte vivaci delle macchine, quasi psichedeliche, tipiche degli anni ’70.

All’ingresso si è accolti dal veloce passaggio, in un’ambientazione tipicamente emiliana, di una Aventador e di una Huracán. Poi si incontra la prima auto nata a Sant’Agata, la 350 GT del 1963 per scoprire, subito dopo, nel suo cinquantesimo anniversario, la mitica Miura. Nell’area dedicata alla tecnologia, oltre ai motori più celebri, viene proposta la storia dell’evoluzione del Marchio attraverso i modelli che hanno introdotto le principali evoluzioni tecniche: la Diablo per le quattro ruote motrici, la P 140 per il telaio in alluminio, la Sesto Elemento per quello in carbonio e la Asterion per l’ibrido. E poi, esposte fianco a fianco, l’Urus, il concept del SUV Lamborghini previsto per il 2018, e la LM 002, l’antesignana di tutti i SUV della storia dell’automobile. La Cheetah, il primo prototipo della futura LM 002, vide la luce nel 1977 quando la definizione SUV non era stata ancora inventata. Un grande art wall ricostruisce poi la storia del marchio attraverso tutti i modelli realizzati.

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Al piano superiore, due temi principali: l’esposizione di tutti i principali modelli Lamborghini a partire dalla attuale Aventador per arrivare alle classiche a motore anteriore, e  l’area dedicata al motorsport, che riproduce nell’allestimento e nei colori, gli spazi tipici del mondo delle corse. Inserite in box, si ‘toccano’ con mano Diablo GTR, Gallardo e Huracán nelle versioni racing Super Trofeo e due Formula 1 motorizzate col V12 Lamborghini, la Lotus L102 e la Lambo delle stagioni agonistiche 1990 e 91. L’esperienza racing è arricchita da postazioni di virtual reality che fanno provare l’emozione di un giro di pista a bordo di una Lamborghini Super Trofeo seduti sul sedile originale della Huracán e un video wall. La parte centrale del piano è dedicata alla Miura: esposti anche l’esemplare unico del modello roadster e il rolling chassis che mostra la raffinatezza e l’innovazione tecnologica del telaio, così come fu concepito nel 1966 dai padri ingegneri della Miura, Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani, coinvolti dal visionario fondatore Ferruccio Lamborghini.

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Il Museo Lamborghini, visitabile dal lunedì al sabato dalle 10 alle 17 (ingresso 15 euro), offre anche, su prenotazione, l’opportunità di visitare le linee di assemblaggio delle vetture attualmente in produzione (visita guidata 40 euro).

E chi fosse interessato a comprare uno di questi giocattoli, attualmente può scegliere fra la Lamborghini Huracán LP 610-4, la Huracán Spyder e la versione LP 580-2 a trazione posteriore del 2015, eredi dell’iconica Gallardo. L’Aventador LP 700-4 e l’Aventador LP 750-4 Superveloce, nelle versioni Coupé e Roadster, rappresentano il nuovo punto di riferimento nel panorama delle supersportive di lusso con motore V12. Roba ancora emiliana.

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