Verticali Fratelli Berlucchi, motoscafi Riva, Floating Piers di Christo e altre storie

Delle passerelle di Christo sul Lago d’Iseo abbiamo fatto tutti una vera indigestione mediatica e feisbukiana. Poi, una volta smantellate, più nulla. Ricordi, sensazioni, polemiche. Tutto svanito. Allora ne torno a parlare io, adesso. Non per un motivo particolare: semplicemente perché… sono sempre in ritardo cronico e prima non ce l’ho fatta. A parte gli scherzi, ci sono stato anch’io a camminare sulle acque. E non l’avrei certo fatto se non ci fosse stata l’esclusiva occasione offertami dall’Azienda Agricola Fratelli Berlucchi in Franciacorta (Thanks!). Ebbene, che dire? Per me è stato un ennesimo modo – qualora ne avessi avuto bisogno – per godere di un magnifico paesaggio italiano ‘dal di dentro’. Uno dei tanti, uno dei mille, bello ma non unico forse, ma che mi fa capire una volta di più: ‘ma che fortuna abbiamo a vivere in Italia’? Un lago prealpino. Acque blu, montagne verdi, Montisola, lo scorcio verso i nevai perenni dell’Adamello-Presena scintillanti là in fondo ala Val Camonica. Bello, bello e basta, il Lago d’Iseo. Ecco per me cosa è stato The floating piers.

Un’altra molla che mi ha spinto è stata la curiosità per il fenomeno di massa, lo confesso. Quasi inquietante pensare che migliaia di persone accorrevano, sfidando code, ressa e calura, più per essere nell’evento, per partecipare, per fare i selfie, per raccontare di ‘esserci stati’ (cosa che sto facendo anch’io…), che per qualsiasi altra vera ragione culturale… Mah. Quanto all’aspetto tecnico-artistico delle passerelle, non sto neanche a commentarlo. Io la mia esperienza Floating piers l’ho vissuta quasi… atleticamente, come una performance escursionistica a piedi: nonostante (o grazie al ) sole cocente e alla folla, tutta in meno di un’ora.

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Veniamo piuttosto alla realtà Fratelli Berlucchi, che mi ha permesso di vivere questa esperienza totale in Franciacorta, impreziosita dalla scoperta di un cantiere specializzato nel restauro dei famosi motoscafi Riva (questo: http://www.bellininautica.it), e da una corsa sull’acqua, capelli al vento, su un modello rarissimo di tali imbarcazioni, partendo da Clusane (per la cronaca. tempio della tinca). E sopratutto mi ha permesso una intrigante degustazione verticale ‘alla rovescia’ presso le deliziose dimore estive dei Berlucchi, fra tutte la Casa delle Colonne con spettacolare giardino all’Italiana; e a seguire presso il wine bar Franciacorta a Sulzano, pied dans l’eau in vista delle passerelle stesse. Mea culpa: non la conoscevo bene la Fratelli Berlucchi (da non confondere con la Guido Berlucchi ‘grande’, con tutto il rispetto). Una bella scoperta: un’azienda agricola vera, che ha per ‘centro’ l’intero borgo di Borgonato di Cortefranca, pregevole complesso signorile-rurale di antiche origini, immerso ovviamente fra i filari dei vigneti docg del Franciacorta. Quelli dei fratelli Francesco, Gabriella, Marcello, Roberto e Pia Donata sono 70 ettari di proprietà, tutti raccolti a mano in cassetta, no uve comprate fuori. Il mio occhio agricolo non ha mancato di notare due atomizzatori da 10 quintali partire contemporaneamente dal centro aziendale per i necessari trattamenti in lotta integrata con prodotti fitosanitari di ultima generazione (operai con tute, guanti e maschere regolamentari), e poi di sbirciare l’equilibrio vegeto-produttivo nei filari di Chardonnay e Pinot nero, la buona uniformità del vigore, la non troppa incidenza delle malattie del legno, a cui lo Chardonnay è sensibilissimo (flavescenza dorata, legno nero ahi che dolore…).

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E poi, via alla degustazione. In abbinamento a piatti della Personal Chef Francesca Marsetti, io e alcuni colleghi, guidati da Tilli Rizzo, una delle anime dell’azienda, siamo partiti dalla fine in questa verticale di Franciacorta Riserva Casa delle Colonne Brut: 1995, francamente ‘passato’ ma ancora con qualche memoria di una precedente grandezza; 2000, ancora elegante e suadente, bella bocca che richiamava il sorso, profumi non esplosivi ma complessi; 2005, ineccepibile; 2008, perfetto, molto molto accattivante e non banale, ovviamente maggiore freschezza. Oggi la nuova linea che caratterizza l’azienda si chiama Freccianera: sono dei millesimati in versione brut, brut rosè, satèn, brut nature. Certamente, l’atmosfera conta: la sinestesia di un assaggio sul Lago d’Iseo con vista su Montisola presso il wine bar Franciacorta, con deliziosi abbinamenti, nei calici giusti, in una giornata di sole, può influenzare il giudizio… Ma, io che non sono un particolare fan del Franciacorta, ho trovato più cuore, più artigianalità, più agricoltura dentro questi vini di quanto non mi aspettassi. E poi quello che piace a me: eleganza, pulizia, ma anche della sostanza, con sfumature di sapori e profumi nitide. Non è scontato, ora che ai rifermentati in bottiglia si tende a perdonare ogni difetto.

www.fratelliberlucchi.it20160627_151125

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