Neve d’autunno: sarà vera gloria?
Navigando compulsivamente per siti meteo e webcam dalle montagne, alla ricerca di segnali premonitori di un inverno nevoso. Ma se le cime sono già imbiancate e si azzardano le prime cannonate di neve (vedi al Sestriere: http://www.dovesciare.it/news/03/11/2016/sestriere-cannoni-in-azione), bene, siamo contenti, guardiamo avidamente lo spettacolo, ma… Troppo presto, per poter confidare in un inverno coi fiocchi. Abbondano nei vari dialetti montanari proverbi sulla vacuità e inattendibilità di nevicate precoci…Se nevica sulla foglia, di neve farai la voglia… Tanto più che in montagna il tempo è imprevedibile.Imprevedibile? Ma è proprio vero? D’estate (ma anche in primavera), sì: la maggiore difficoltà è prevedere quanto sia elevata la probabilità che, in una giornata di sole prevalente, i moti termoconvettivi inneschino i temporali pomeridiani di calore, e a che ora, con quale intensità, con il conseguente pericolo di bruschi abbassamenti delle temperature, fulmini, grandine. Aspetto non di poco conto, considerato che d’estate tanta gente è in giro per sentieri e pareti, a volte con equipaggiamento carente. Però, sono proprio l’autunno e l’inverno le stagioni più stabili e prevedibili in montagna. Ma – lo direste? – sono anche le più avare di precipitazione a sud delle Alpi. Fateci caso… Vogliamo la neve, e invece 8/9 giorni su 10 è bel tempo. E quei 1/2 giorni su 10 di brutto tempo (ma è poi così ‘brutto’, se nevica?) vengono previsti a colpo sicuro. Le uniche incognite sono: quanti cm di neve farà? A che ora sarà esattamente il peggioramento previsto? Ma soprattutto è il vento il ‘nemico’ dello sciatore (oltre ovviamente alla pioggia, purtroppo diventata non rara d’inverno), che è importante provare a prevedere con l’aiuto dei siti meteo locali. Autunno e inverno, infatti, sono le stagioni delle grandi depressioni e dei forti geopotenziali che innescano i venti in quota, e l’effetto windchill sul nostro corpo, seppure ben equipaggiati, può essere molto importante. Non dimentichiamo inoltre che l’ingresso improvviso di forti venti, rischia di bloccarci nella valle accanto, oppure di farci subire fastidiose eattese su un impianto dondolante in continuo stop and go. Valutiamo dunque, durante le nostre escursioni sciistiche, anche il tipo d’impianto che ci deve riportare indietro e l’esposizione ai venti previsti.
E in Appennino? Ancor più difficile per la vicinanza al mare e l’esposizione ai venti, poiché i monti di crinale sono soggetti a correnti da tutti quadranti. Semplificando si può dire che in Appennino, al contrario delle Alpi, il tempo è meno stabile in inverno: raffiche e ‘nuvole di Fantozzi’ sono in agguato. Ma ci vuole ben altro per smorzare l’entusiasmo di uno sciatore vero… Accettiamo di buon grado quello che la natura passa.