2200 anni di Via Emilia

Io ho un amore speciale per la Via Emilia. Non so bene perché. L’altro giorno ho guardato apposta la tappa del 100° Giro d’Italia Forlì-Reggio Emilia (sulla quale ho scritto un articolo su Bell’Italia di maggio), che la Via Emilia l’avrebbe percorsa in un tratto che conosco bene, cioè da Borgo Panigale a Reggio Emilia, giusto per la curiosità di vedere come sarebbero apparsi in Tv luoghi a me familiari… Beh, devo dire che la telecamera dall’elicottero svela impietosa quella verità nuda e cruda che già immaginavo, di terreni marginali, di spicchi di terreno abbandonato fra l’alta velocità e le strade, di ruderi rurali, capannoni a volte chiusi… Il territorio è ferito, consumato, poco curato. Tipicamente periurbano. Delusione. Eppure, nonostante tutto, è qui che pulsa la regione, che passa tutto e succede tutto. Un nastro rettilineo di asfalto dal quale vedi sempre il prossimo campanile. La via Emilia non è solo l’arteria unificante della regione, ma può proporsi come un itinerario sia fisico che ideale per scoprire  quella storia antica che ha contribuito a definire l’identità delle città e del territorio, dove noi viviamo e lavoriamo. E magari ci può aiutare a rispettare di più il paesaggio e i beni culturali. Così, quando ho saputo del progetto di celebrazioni, mostre, ricostruzioni ed eventi “2200 anni lungo la via Emilia” fra le città di Modena, Parma e Reggio Emilia, e anche Bologna, mi sono incuriosito. Bel progetto, ho pensato.

Il programma intende non solo valorizzare le origini romane delle città, ma contestualizzarle nell’ambito del ruolo svolto fino ai nostri giorni dalla strada che le collega. Il ponte fra romanità e contemporaneità è rappresentato con linguaggi diversi che vanno dall’esposizione dei reperti agli incontri di approfondimento scientifico, dalla narrazione alla street art, dalla multimedialità al gioco in un susseguirsi di eventi per tutto il 2017. Il progetto (promosso dai Comuni di Modena, Reggio Emilia e Parma, dalle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna e Parma, dal Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’Emilia-Romagna e dalla Regione Emilia-Romagna) si suddivide in vari percorsi nelle quattro città. Mutina e Parma, colonie fondate nel 183 a.C., e Regium Lepidi istituita come forum negli stessi anni, condividono il fondatore Marco Emilio Lepido, console esponente della gens Aemilia, al quale si deve la visione lungimirante di un asse di collegamento dei maggiori centri della regione, che fosse anche presidio politico in quello che un tempo era lo Stato dei Boi, barriera ideale contro le popolazioni liguri, cerniera fra l’Italia centrale e i coloni stabiliti in Gallia.

A Bologna il Medioevo svelato

Bologna ospita al Museo Civico Medievale la mostra “Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia” (dal 24 novembre 2017 al 2 aprile 2018), che consente di viaggiare nel tempo per quasi un Millennio (dal V secolo agli inizi del Trecento) in una regione in cui ancora oggi sono profondamente radicati i confini fisici e culturali tra Emilia longobarda e Romagna bizantina (Ravenna). Il racconto, in 6 sezioni, si dipana dalle trasformazioni delle città tardoantiche all’evoluzione degli insediamenti rurali, evidenziando il potere dei nuovi ceti dirigenti (Goti, Bizantini e Longobardi) attraverso la ritualità funeraria. Dopo un’istantanea sulle città nell’alto Medioevo, profondamente ridimensionate rispetto alla vitalità dei secoli precedenti, e contrapposte al dinamismo dei nuovi empori commerciali (Comacchio-FE), lo sguardo si allarga alla riorganizzazione delle campagne (villaggi, castelli, borghi franchi, pievi e monasteri). La narrazione termina ciclicamente con la rinascita delle città, studiate nella nuova fase di età comunale. La mostra è curata da Sauro Gelichi (Professore Ordinario di Archeologia Medievale, Dipartimento Studi Umanistici, Università Ca’ Foscari Venezia) e Luigi Malnati (Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara).

Nella foto: Bologna, bacino (piatto) in maiolica recuperato dalla facciata della chiesa di S. Giacomo Maggiore, con raffigurazione di Frater Simon, identificabile molto probabilmente con l’omonimo sindaco del convento (inizi del XIV secolo). Deposito SABAP-BO

Mutina splendidissima

Definita da Cicerone firmissima et splendidissima, importante città romana dell’Italia settentrionale, Mutina si trova al di sotto delle strade del centro storico, custodita dai depositi delle alluvioni che si verificarono in epoca tardoantica. Con le celebrazioni del 2017 si vuole rendere percepibile la realtà sepolta attraverso una serie di eventi e una grande mostra dal titolo “Mutina Splendidissima” (25 novembre 2017 – 8 aprile 2018) che ne racconti attraverso nuove scoperte le origini, lo sviluppo e l’eredità lasciata alla città moderna. In calendario eventi che vanno dalla street art 3D con artisti internazionali a creare varchi illusori verso il sottosuolo (12 – 14 maggio), alla rievocazione storica (7-10 settembre), alle narrazioni di Ert Fondazione Emilia Romagna Teatro (28 ottobre) che coniugano antiche e moderne abilità imprenditoriali da Mutina al Mef Museo Enzo Ferrari. www.mutinasplendidissima.it

Regium Lepidi

Reggio Emilia è l’unica città della regione che conservi nel proprio nome il ricordo del suo fondatore, il console Marco Emilio Lepido, eponimo anche della via Aemilia. Nel 2017 e 2018 i Musei Civici e la Soprintendenza, prendendo il via dalle recenti scoperte archeologiche in città, propongono un articolato programma di mostre ed eventi destinati a valorizzare i primordi del fenomeno urbano in Emilia. La mostra “Lo Scavo in Piazza. Una casa, una strada, una città” (8 aprile 2017 – 31 agosto 2017) documenta la storia di un quartiere suburbano, alla luce degli scavi archeologici in piazza Vittoria, mentre “La buona strada. Regium Lepidi e la via Aemilia” (23 novembre 2017 – 8 aprile 2018), documenta la fortuna della strada dagli antefatti in età preromana sino al Medioevo e riporta l’attenzione sulla figura del costruttore, il console Marco Emilio Lepido. Ricostruzioni di mezzi di trasporto e apparecchiature all’avanguardia come i caschi Oculus Rift, le postazioni olografiche di Z-space, le proiezioni 3D di Dreamoc, i QR code consentiranno di conoscere meglio l’antica Regium Lepidi. www.musei.re.it

Parma 2200

Numerosi sono gli eventi che la Città di Parma ha ideato per i 2200 anni lungo la via Emilia. Tra questi, il ciclo di conferenze e visite guidate “Fondazione Città di Parma 183 A.C.” sulle tracce della Parma romana, gli incontri de “Il Battistero si svela”, dedicati a uno dei monumenti simbolo della città, le esposizioni, come “Archeologia e alimentazione nell’eredità di Parma romana”, che ripercorrerà le origini della cultura alimentare parmense, o “Alla scoperta della Cisa Romana” che riporterà gli esiti della ricerca archeologica sulla sella del Monte Valoria. Arricchiscono il programma il concorso tematico per giovani illustratori, i percorsi “Parma Sotterranea” alla scoperta della città nascosta tra l’età romana e il Novecento, la creazione di “Aemilia 187 a.C”., un nuovo spazio pubblico museale nell’area del Ponte Ghiaia, la “Festa della storia” incentrato sui 2200 anni della fondazione cittadina. www.comune.parma.it/parma2200

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: