A caldo, dopo Bologna Napoli 3-2: provinciale a chi?

Bologna-Napoli. Non ci stavo proprio a uno Stadio con 20.000 persone, di cui 10.000 napoletani. E a fare le vittime predestinate. Per questo ho deciso di andare: così oggi siamo stati 10.001 bolognesi e 10.000 napoletani. 20.001 spettatori. E grazie a me, a quell’1 in più che ha determinato la maggioranza, abbiamo vinto. Perché ‘Noi-non-siamo-napoletani!’ Chiaro il coro della curva? Bella storiella, no? Beh, non ho questi poteri. Ma davvero, avevo pensato, quando ho comprato il biglietto giovedì scorso (nonostante l’orario domenicale balordo, le 12.30, e nonostante non avessi trovato nessun altro coraggioso che venisse con me a vedere una probabile paga), che sarebbe stato un ‘dovere civico’ andare allo Stadio per Bologna-Napoli. Per non essere in minoranza. Per contribuire alla causa. Per provare ad essere testimone di un colpaccio, di una svolta a un campionato che tutti si sono affrettati ad assegnare di diritto al Napoli (perché poi? E’ così simpatico, ‘sto Napoli? Sarri sì, mi piace, nonostante le dichiarazioni di oggi, e la squadra è uno squadrone, ma a noi che ci frega?). Per avere, finalmente, un po’ di attenzioni anche noi: non so se mi spiego, ma battere una prima in classifica lanciatissima per la quale mezza Italia simpatizza, ci avrebbe dato qualche spazio in più, a noi ‘provinciali’? Ma provinciali a chi? Allora, sono andato allo Stadio anche per partecipare anch’io, infinitesimalmente, mattoncino dopo mattoncino, alla ricostruzione di una reputazione, alla legittimizzazione a livello nazionale del Bologna, completamente sparito nei decenni dalle vicende calcistiche che contano, rassegnati a essere come un Chievo o un Empoli qualsiasi (con tutto il rispetto). È stato come un atto di presenza. Una testimonianza. Un omaggio alla storia, alla bandiera, al blasone: il nostro, non quello di un Napoli qualsiasi. E sono stato premiato. Dopo tutto avevo anche pensato, al di là del tifo, che questa era una partita da vedere comunque. Con la capolista, si va allo Stadio a prescindere. E giuro che quasi quasi me lo sentivo, di questa vittoria (avrei potuto scommettere: avrei vinto qualche soldino interessante, ma non l’ho mai fatto in vita mia). Al secondo gol mi sembrava di vivere un sogno dal quale risvegliarsi. Dai, non è possibile… Male che vada, pensavo, abbiamo fatto un buon primo tempo e male che vada vedremo del bel gioco del Napoli nel secondo (magra consolazione), sicuramente un gol lo fanno, poi ci sta ad arrivare al 2 a 2, si potrebbe anche firmare per un risultato così… Certo, le cose devono andare tutte dritte, per arrivare sani e salvi fino in fondo (e così sono andate, anche se dopo il 3 a 2 ho tremato). Però.. però… come teneva bene il campo questo Bologna. Corsa, pressing, fraseggi, belle azioni, convinzione, a volte persino sicurezza. C’è morale, c’è tranquillità, le cose riescono bene, la palla va dentro, il portiere fa il portiere… Il Napoli aveva certo nelle corde la giocata vincente, certe folate facevano paura… però c’era qualche segnale che mi faceva ben sperare. Napoli un po’ lezioso a volte, troppi passaggini, seppur rapidi e di prima, solo poche volte fraseggi micidiali e puntate offensive ficcanti, per quanto Mirante abbia compiuto 2 o 3 super interventi (ma quanto vuol dire avere un bravo portiere!). Poi il terzo gol di Destro, davanti ai miei occhi, perché ero in una delle prime file dei distinti all’altezza dell’area di rigore, in un settore stranamente non troppo pieno: incredibile, è passato sotto la pancia di Reina, considerato fra i migliori portieri al mondo. Adesso le statistiche diranno di un 60 70% di possesso palla del Napoli, di diverse conclusioni in più rispetto al Bologna, però questa è una vittoria meritata: l’umiltà e l’abnegazione su ogni palla hanno pagato. Io nell’interpretazione del calcio sono uno alla vecchia maniera, non parlo di schemi e di moduli, ho masticato calcio fin da infante, ma non ci ho mai creduto più di tanto. Per me contano morale, testa, cuore, preparazione atletica e talento-tecnica dei singoli. E allora dico che mi sono piaciuti Marios Oikonomou, al rientro dopo settimane, per me un gran talento, che gioca d’anticipo ed esce a testa alta dalle situazioni difficili e non butta mai via la palla (meno bene sull’azione difensiva in senso stretto, ogni tanto è un po’ svagato: ma farà strada lo stesso); Masina sempre bene; Diawara, pur con imprecisioni, un gigante. Bene anche gli oggetti finora misteriosi Rizzo e Rossettini (quest’ultimo, rinato con Donadoni). Benissimo Destro: ma vedete cosa conta avere un giocatore di peso davanti? Belle giocate, gran difesa della palla in attacco, sacrificio, due gol, che vogliamo di più? Altra nota positiva: Taider. Se continua con la testa a posto, può fare la differenza in mezzo, la sua presenza si sente. E poi c’erano Donsah e Giaccherini in panchina… Si può sognare un po’. Annotazione sul pubblico: siamo troppo pochi, troppo compassati, troppo bolognesi. D’altra parte, anche i napoletani, forse gelati dal micidiale 1-2-3 erano molto ‘lessi’…

Oooohh, chissà se adesso, in quelle prolisse trasmissioni sportive tipo Domenica Sportiva o come cavolo si chiamano, saremo ancora la provinciale o la ‘piccola’, di cui parlare per 10 secondi? Si vabbè, parleranno per 40 minuti del Napoli, di cui 20 minuti sul millimetrico fuorigioco di Destro, e del Bologna forse 2 minuti. Va bene così (per adesso).

6 dicembre 2015

(foto: da pagina facebook ufficiale Bologna FC 1909)

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