Alta Badia a tavola, 6 posti alternativi

In Alta Badia la sovraesposizione mediatica e il reiterato successo di critica e pubblico potrebbero indurre gli operatori locali a un abbassamento della guardia da un punto di vista della qualità enogastronomica. Fortunatamente non è così. Il livello si mantiene alto più o meno ovunque, anche nei rifugi modaioli, per non per parlare del fantastico trio dei super stellati St. Hubertus, la Siriola, la Stua de Michil. Certamente, tutto questo si paga. E allora, ecco una serie di indirizzi un po’ più fuori dai circuiti glamour-presenzialisti, e un po’ più decentrati, dove si può mangiare sempre bene ‘da Alta Badia’, ma a prezzi accettabili (anche se purtroppo da anni non si può più dire che in Alta Badia ‘si spende poco’).

Tra queste scoperte, mi piace per la felice rivisitazione architettonica in chiave attuale di un tipico majun in legno, un fienile di questa valle ladina, il rifugio (ütia, come dicono qui) Boconara (str. Arlara, Corvara, 0471/836780), quasi in fondo alla pista Arlara (ma si raggiunge anche in auto). Da preferire le specialità tipicamente ladine, come i Cajinci t’ega (un primo simile agli Schlutzkrapfen, sorta di ravioli). Ma anche i dolci sono niente male: promosso il semifreddo alla cannella su mousse di mela. Più scontato il gulasch (anche se con carni dichiarate del proprio maso, come altri prodotti).

Per le grigliate di carne, ma anche di selvaggina e pesce c’è La Trattoria c/o l’ hotel Tambra (Str. Sassongher 2, Corvara, tel. 0471/836281). Offre anche i tradizionali piatti ladini con un tocco moderno, e classici più italiani. Su prenotazione si può cenare nella bella stube.

Al Mathiaskeller (Str. Pecëi 31, Colfosco, 0471/836754) il pezzo forte è l’atmosfera degli interni, caldi e rassicurant ‘tirolesoni’ forse un po’ barocchi. La proposta di piatti classici tirolesi e ladini (Spätzle, ravioli, stinco, strudel…) non presenta sorprese, ma la qualità è buona e non mancano variazioni, come la fonduta, che in Alto Adige non è ovviamente tipica (qui sotto).

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Se invece vogliamo provare a scommettere su un emergente dei prossimi anni, questo potrebbe essere La Siëia (Str. Berto 61, San Cassiano, 0471/849517). Lo chef Hubert Rubatscher è da tenere d’occhio. I prodotti sono scelti con attenzione; alcuni provengono dal maso Lüch Da Pcëi (a cui il locale è legato), come i formaggi e lo yogurt, usati tal quali ma anche come ingredienti di vari piatti. Oltre a varie salette e stube fra classico e design contemporaneo, dispone di una zona pizzeria al piano terra e di un lounge bar, frequentato per il rito dell’Aprés Ski e dell’aperitivo. Al Bistro Ciasa La Vedla (Str. Sompunt 38, La Villa, Badia, 0471/847015), dietro l’albergo Lech da Sompunt, lungo la pista Sponata di La Villa, va forte la carne: tartare, carpaccio, filetto. Questa è una zona di la Villa che amo, soprattutto per sciare, perché meno battuta dello strainflazionato Piz la Ila. E una sosta qui, magari fuori al sole, vista la quota non eccessiva, mi piace sempre.

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Infine un posto già più famoso, ma sempre alla buona (fin troppo):  La Tana dell’Orso (Ojes 17, San Leonardo-Badia, 0471/839671), proprio vicino alla casa del santo locale San Giuseppe Freinademetz. Purtroppo spesso è pieno e rumoroso. Si trova in posizione elevata nella frazione Oies, non lontano dalle piste dello skitour Santa Croce (San Leonardo, quello che una volta si chiamava Pedraces). Per gli amanti del kitsch si mangia in una sala a tema ‘orso’ (piena zeppa di orsetti) o in quella dedicata alle streghe e streghette. Oltre ai soliti piatti ladini, quando si è in compagnia si può ordinare il ‘piatto dell’orso’… Una vera abbuffata di carni, verdure, polenta.

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