Aspettando un finto derby. Ipocrisie, politically correct, valori (Masina) e disvalori.

Due recenti partite in casa, con Chievo e Lazio, che non hanno dato la svolta al campionato del Bologna (ma va bene lo stesso, accontentiamoci), e un imminente pseudoderby con il Sassuolo che non elettrizza troppo (Reggio Emilia è della Reggiana, sia chiaro), mi hanno leggermente distaccato da questioni puramente tecniche e di tifo rossoblu. Così in queste settimane la mia attenzione è caduta più su certi fatti collaterali. La performance di Masina ospite alla DS su RAI 2 dopo la vittoria con il Milan mi rese veramente orgoglioso del ragazzo. Gran bella figura, ci ha fatto fare… Non so in quanti avrebbero saputo legger meglio quei passi del libro di Baricco. E anche in quell’occasione ho pensato: come sarebbe se le squadre di calcio fossero formate unicamente da giocatori a km zero…? Lo so: è una fantasia del tutto infantilistica. Nel senso che lo pensavo da bambino, anche se l’espressione ‘km zero’ era ben lungi dal venire: nel Bologna giocano quelli di Bologna! Per me era ovvio. Quando poi, a 6-7 anni scopri che non è così, quasi ci rimani male. Però, fateci caso, è un concetto che inizia a far capolino qua e là più o meno esplicitamente nei dibattiti calcistici, quello di ‘limitare’ in qualche modo la percentuale di giocatori stranieri… E un’ipotesi suggestiva. Ma poi pensandoci bene, io che mi considero di larghe vedute e sostenitore del ‘mercato’, mi chiedo: chi è local e chi è da fuori? C’è sempre qualcuno un po’più scuro di un altro, nato un po’ più a sud di un altro  Dai, siamo seri: non ha neanche senso parlarne, oggi, in un mondo globalizzato e multietnico. Masina è un km zero, no? Un prodotto genuino della Bassa Bolognese: ci sono dubbi al riguardo? Quindi va bene così. (Per inciso: purtroppo le sue ultime due gare sono state non troppo brillanti. Ma ci sta).

La seconda vicenda che mi ha colpito, anzi, infastidito, è stata quella di Diawara. Dopo le sirene dei top team, dopo che il ragazzo è stato fin troppo messo in croce per l’esultanza di Genova, adesso arriva un’altra storia che minaccia di distrarlo. Quella sui ‘misteri’ del tesseramento. Ho paura che già troppi interessi gli girino attorno. Sicuramente c’è un mondo di procuratori, affaristi, tutori, intermediari che nel calcio hanno troppo peso. Troppi soldi, certo. Dove ci sono soldi ci sono questi personaggi. Ora, non so come siano andate le cose, e benissimo ha parlato Donadoni responsabilizzando il ragazzo a ‘scegliersi le persone giuste’ attorno. Forse Diawara stesso nasconde qualcosa che non sappiamo? Forse non ha detto tutta la verità? Questi dubbi mi rattristano: il sogno è di avere scoperto un talento, di valorizzarlo, di farne una bandiera per molti anni (assieme a Masina, lui ‘già’ vera bandiera) e di tornare a raccontare qualcosa di grande grazie a lui nel calcio che conta. Sono idealista e sognatore? Forse. Più concretamente mi chiedo: Il ragazzo è abbastanza tutelato e ‘sorvegliato’ dalla società, anche nel suo processo di crescita educativa, morale, caratteriale? 18 anni sono davvero pochi. Il negretto (sì, dai denunciatemi per razzismo) è un grande talento che potrebbe bruciarsi o sfuggirci se non ben gestito.

La terza vicenda non c’entra con il Bologna: quanto l’hanno fatta lunga con il litigio Mancini-Sarri. Mi ha dato quasi più fastidio la reazione abnorme del primo che l’ingenuità (per me di quello si è trattato) di Sarri. Ma se l’offesa era testa di c o figlio di p sarebbe stata meno grave? Ma dai…

Si ricollega a questi argomenti anche il can can esagerato sui maestri di sci di Colle Isarco-Ladurns, in Alta Valle Isarco – zone che conosco benissimo – quelli che avevano offerto delle lezioni di sci a dei profughi extracomunitari. Un piccolo gesto naif, spontaneo e disinteressato che è stato ignobilmente montato e strumentalizzato. (per saperne di più: http://www.dovesciare.it/news/18/01/2016/colle-isarco-lezioni-di-sci-per-otto-profughi-non-senza-polemiche)

E basta con questi discorsi, basta con il razzismo in campo, ma basta anche con i ‘professionisti dell’antirazzismo’; basta con le ipocrisie, basta con il benpensantismo e il politically correct un tanto al chilo per insaponarsi un po’ le coscienze… Bona lè: pensiamo a vincere il finto derby con il Sassuolo a Reggio Emilia, in un Mapei stadium che vorrei vedere invaso da 5000 bolognesi. E’ meglio.

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