La ‘Stella’ di Pila…

Per superare l’astinenza da sci dopo la sosta forzata di due anni, e dopo un antipasto di Trentino (vedi articoli precedenti sulla val di Fassa), ho puntato verso le Alpi Occidentali. È stato per me un grande ritorno, quello in Valle d’Aosta: a Pila. Piccola premessa: che dall’Emilia Romagna la Valle d’Aosta sia ‘lontana’ è più una percezione che una realtà. Inserite Bologna – Aosta e poi confrontate con altre tratte considerate ‘vicine’… Il plus di Pila, a questo proposito, è il collegamento diretto via cabinovia (una delle più lunghe d’Europa nel suo genere) da Aosta città in 18 minuti circa. Il che significa viaggiare sempre in autostrada fino ad Aosta est, e percorrere solo qualche chilometro per raggiungere il piazzale della telecabina, ove si trova ampio parcheggio. Si evita in questo modo un’arrampicata fra curve e tornanti, passando per Gressan o per Charvensod. Beh, a dire il vero a me piace molto anche questa modalità, salire a Pila in macchina per guadagnare a poco a poco la meta, superando le varie fasce altimetriche vegetazionali, prima per paesini con belle vedute, poi per frutteti e vigneti, boschetti di latifoglie, prati ripidi, case in sasso, chalet, chiesette e infine boschi di conifere. La strada è veramente scenografica, il panorama sempre più maestoso su tutta la città e poi sulla corona di cime della vallata. Ci si ritrova quasi improvvisamente sulla conca innevata di Pila stazione a 1800 metri. Le strutture ricettive sono comodissime e non così impattanti come si potrebbe credere a prima vista da certo foto. Anzi, si scoprono tra gli edifici dei pezzi di architettura moderna non banali*(vedi approfondimento in fondo).

La struttura del comprensorio: ci avevo già sciato alcune volte, e sempre era stato interessante verificare sul campo l’evoluzione negli anni di una stazione sciistica d’eccellenza nata nel 1971, curiosare per baite diverse, provare ogni pista, da quella più tosta fino all’ultima insignificante stradina e infine tastare il polso degli operatori, cosa che da sempre mi piace fare. Ebbene, girando con il maestro della scuola sci Pila Ski Evolution Claudio Gilardini (uomo Völkl e Dalbello, come me…) e con i vari direttori di stazione come Mauro Cornaz e i dirigenti di Pila spa e Consorzio turistico-Pila Turismo come Davide Vuillermoz, ho avuto di nuovo quell’impressione istintiva di buona organizzazione e passione. Per chi è abituato al Trentino Alto Adige, Pila è il primo posto da provare per adattarsi un po’ alla volta Valle d’Aosta e al suo ambiente sciistico, che altrove può apparire più ‘duro’ e meno rilassante di quelle Dolomiti che sembrano uscire da un libro di fiabe. Pila mi ricorda un po’ alcune stazioni di media grandezza delle Dolomiti.

Il comprensorio si presenta disposto ad anfiteatro, con piste di media lunghezza, in buona parte tendenzialmente convergenti verso il centro stazione. Offre  varietà di terreno, con alternanza di tratti dolci e muretti, vegetazione ai lati (escluso le piste più alte del Couis fino a oltre 2700 m), buon soleggiamento e soprattutto protezione dai venti forti – che in Valle d’Aosta sono negli ultimi anni sempre più frequenti. In generale il grosso del comprensorio si sviluppa fra i 1800 e 2300 metri, ma il dislivello totale massimo è di 900 metri (1160 considerando il tratto più basso di pista che arriva a Plan Praz, a 1540 m.).

Certo, restano ancora da superare piccoli punti critici. Ad esempio la bellissima estremità occidentale della ski area, coperta dalla seggiovia fissa Grimondet e da due belle piste rosse fra radure ondulate ed estesi boschi. Qui ci starebbe bene un impianto più moderno. O la triposto Pila Gorraz (Liasion), che come dice il nome serve anche da collegamento fra la stazione a monte della telecabina da Aosta città e il resto del comprensorio, oltre che di fatto da campo scuola… In pratica questo è il cuore stazione,  bello, festoso e colorato, ma anche affollato, sia di sciatori che di principianti che di turisti che non sciano. Eppure almeno gli sciatori più bravi dovrebbero accorgersi che basterebbe scendere 100 metri più in basso per ‘rifiondarsi’ in quota da subito con la seggiovia ad alta portata Chamolè, che tra l’altro serve forse le due piste più appaganti dell’area (a mio parere). Tra queste, la 2 Du Bois Renato Rosa, 2,3 km e 540 m di dislivello, è anche terreno agonistico omologato. Mentre la nera sull’altro lato è aperta solo con buon innevamento. Al pomeriggio la Du Bois merita davvero l’ultima sciata: è di solito meno frequentata, ed è baciata dall’ultimo raggio di sole del comprensorio.

Altro plus di Pila: è una delle poche stazioni che dedica veramente uno spazio al freeride in sicurezza (sempre d’obbligo però la prudenza): sul tracciato della Platta De Grevon a quota 2700 m fino a Plan de L’Eyve. In cima alla Couis 1, si scollina leggermente con un tapis roulant protetto da una copertura in plexiglass e si accede a una pista nera il cui fondo viene lasciato appositamente in condizioni naturali dopo le nevicate e, un po’ all’antica, viene successivamente battuto dal passaggio.

Ma occhio al futuro, un futuro non troppo lontano: se per ora è stato accantonato il progetto di collegamento con la valle di Cogne (che si trova subito a sud dietro la corona alpina della conca di Pila), si pensa invece concretamente a una ‘ristrutturazione’ della ski area basata su un nuovo asse impiantistico, una cabinovia che prolunga quella esistente dalla città di Aosta all’alta quota del Couis a 2730 m, dove sorgerà  una nuova meraviglia delle Alpi, un ‘architettoso’ rifugio. Grazie a stazioni intermedie ad hoc, si andranno in questo modo a eliminare gli impianti obsoleti Liasion e Couis I. Per il progetto preliminare della ‘Stella’ – così dovrebbe chiamarsi la stazione a monte con annesso centri servizi e ristorante panoramico  – e in generale delle varie delle stazioni della cabinovia ci si è avvalsi di una modalità non così comune per l’impiantistica alpina, e cioè di un concorso internazionale di idee per studi di architettura e ingegneria (33 i partecipanti), coordinato dall’Ordine degli Architetti di Bologna. Dal Couis le cime principali come Monte Bianco, Gran Paradiso, Grand Combin, Grivola, Ruitor con il suo famoso ghiacciaio, e perfino il Cervino, le si abbracciano tutte con a 360 gradi: non a caso, la stazione di arrivo è caratterizzata da un particolare disegno a stella con le punte orientate verso i diversi 4000 della Valle d’Aosta. Con una portata di 2400 persone all’ora alla velocità di 6 metri al secondo con questa cabinovia a 10 posti basteranno 13 minuti per coprire i 3,8 chilometri di linea con un dislivello di 923 metri. E basteranno 32 minuti da Aosta, con 2200 m di dislivello. Attualmente per raggiungere Cima Couis da Pila, sci ai piedi, sono necessari 3 impianti e 60 minuti sci ai piedi. Il complesso diventerà un’attrazione di livello mondiale, un volano capace di dare e mantenere valore a Pila. Davvero intrigante, il progetto primo classificato del pool dei vincitori, formato da Studio arch. De Carlo Gualla, Alpteam, arch. Francesca Aliffi, Pastoret Engineering, Studio ing. Ardolino. La copertura dei costi, ancora non precisamente quantificati, è stata garantita dal Consiglio di Valle a favore di Pila Spa. Ci torneremo sopra! Anche perché non mancheranno le polemiche…

 

 

Appendice: buone soste a Pila e dintorni

-Nel cuore della stazione, all’arrivo della telecabina, non ci scommetteresti troppo, perché sembra il classico ristoro sfamasciatori dove ci vanno tutti, compresi gitanti e pedoni, grazie alla posizione strategica… e invece lo Yeti, se trovi un tavolo tranquillo all’interno, è un bel ristorantino curato, con tocchi sfiziosi nei piatti (vedi foto, in particolare sulla destra una ‘fontina in tempura’…) e un approccio curato ai vini.

-Cena in baita, con trasporto via gatto delle nevi, ma ovviamente anche durante la giornata sciistica, a Lo Baoutson, vicino alla partenza della seggiovia Couis 2: trionfo di tipicità, ma anche qui piatti curati.

-Per soggiornare in quota: hotel la Chance, tra i più nuovi, con bella architettura moderna. Idea alternativa: carinissimo, con panorama da non credere su Aosta, il 3 stelle familiare Tivet, a circa 1300 metri, che dispone di navetta per una stazione intermedia della telecabina.

-E prima di rientrare a casa, a valle l’Azienda agricola con allevamento Borettaz di Gressan dispone di un rifornito spaccio aziendale (Fontina dop d’alpeggio, latte crudo, tome, burro ecc.)

 *Approfondimento – architettura alpina a Pila

Il grande complesso edilizio della stazione turistica di Pila (1971-80) è stato mutuato dall’esperienza delle nuove stazioni francesi dell’epoca, ma a mio parere il risultato è migliore. I principali edifici sono disposti a collana sopra una strada coperta che nasconde alla vista il traffico proteggendolo dalla neve e dal gelo. Gli alberghi emergono dal terreno mentre gli alloggi privati sono la maggior parte seminterrati a cascata sul pendio rivolto a ovest  verso il panorama del Monte Bianco. Interessante notare come il complesso (in cui emergono concetti in stile Le Corbusier) si modella in funzione dell’orografia, con  colori sono assimilabili a quelli naturali. Più a margine il complesso Plein Soleil ha pareti esterne inclinate el rivestimento in scandole di cedro. La conformazione accentua le caratteristiche del sito di insediamento, un dosso  boscato sul quale l’edificio superiore, chiuso e compatto, domina sull’edificio inferiore frastagliato e con terrazze disposte a raggiera.

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