Piste cult in Carnia
In Friuli a sciare? Per chi è ‘dolomiticentrico’, ma soprattutto per chi vive nel Nord Ovest, può sembrare qualcosa di … esotico. Invece non è così lontano come sembra. Grazie alle autostrade A 4 Torino-Trieste e A 23 della Carnia e a una buona rete stradale regionale (la regione autonoma conta…), è più o meno come andare in Alto Adige. Anch’io a dire il vero conosco poco le montagne della Carnia. Una vita fa, quando c’erano i pulmann domenicali, ero stato a Piancavallo. E ora sono riuscito a provare due stazioni sciistiche, Zoncolan e Forni di Sopra. Ma la Carnia, cos’è? E’ un’area geografica e culturale montana con una sua identità, formata da 4 vallate delle Alpi Carniche, fra cui quella del Tagliamento, con 28 comuni e appena 40.000 abitanti, a nord di Pordenone e a nord ovest di Udine. Tarvisio, per intenderci, non è Carnia (la sua zona geografica si chiama invece ‘Canale’). Fra le stazioni sciistiche della Carnia una sola ha una certa fama, forse più dovuta al traguardo di tappe del Giro d’Italia, ed è lo Zoncolan; l’altra, Forni di Sopra, è già ‘dolomitica’, vicina al Cadore, ma più… misteriosa (alzi la mano chi c’è stato); poi c’è la deliziosa Sauris in una sorta di enclave di ceppo tedesco, che ha solo un minicomprensorio (oltre al suo squisito prosciutto); e infine c’è Forni Avoltri, capitale internazionale del biathlon, senza dimenticare poi il centro fondo di Paluzza, patria dei Di Centa. Sicuramente quella del Friuli è una montagna non alta, ma meno immediata, più difficile. Quindi soggetta in passato a spopolamento e solo sfiorata dai boom turistici. Non ci sono i ‘panettoni’ né le aperte malghe dell’Alto Adige. Le valli sono strette, tipicamente fluviali a ‘V’, e non di origine glaciale, a ‘U’. I comprensori infatti sono relativamente piccoli e a una quota che può apparire bassa, ma in realtà il clima è decisamente più nordico e freddo, quindi i 1000 metri del Friuli sono i 1500 del Trentino…
La ski area Zoncolan – a cui si accede dal paesino sparso di Ravascletto con funivia o da Sutrio con strada – non arriva a 2000 metri sul monte Tamai e parte dai circa 900 metri, alla stazione a valle. Ma è niente male. Concentrato, non grande – poco più di 20 km di piste – ma ben disposto in un anfiteatro naturale. Ci sono 4 seggiovie quadriposto e 1 biposto per la cima Tamai, più skilift e vari tapis roulant. I tracciati sono piuttosto mossi e interessanti, quasi tutti fra boschi radi (cosa gradevole in caso di cattiva visibilità). Fra questi, emerge la nera Zoncolan 1, tutta a destra guardando da valle. La pista ‘Canalone’ (ricavata proprio in un vallone naturale che incide il versante) è un vero cult, 4,1 km e 825 m di dislivello. Primo tratto sostenuto, ma sempre largo, curvoni secchi, una stradina che ricorda quella…. di Kitzbühel: fino a qui in realtà c’è una variante che si chiama Lavet ed è la n.15 (e consente in certi periodi di risalire in vetta dall’intermedia). Poi dai 1300 metri dell’intermedia stessa si entra nel Canalone vero e proprio, pista 9 (rossa): non concede tregua alle gambe, pur permettendo ampi curvoni in sicurezza grazie alla larghezza notevole, addolcendosi verso la parte finale. In quota ci sono diverse baite, alcune animate e rinnovate come il rifugio Goles. Spartano, ma con cucina tipica non male (esempio, orzotto con particolari erbe di montagna), Al Cocul.