Primi (sorprendenti) dati sulla trascorsa stagione sciistica

Lo dicevo, io, quando lo scorso Natale si sciava (bene) in mezzo al verde: “Neve o no, la gente va a sciare lo stesso”. E infatti, i primi dati di bilancio stagionale, a cura di Skipass Panorama Turismo, l’osservatorio del turismo montano promosso da ModenaFiere nell’ambito di Skipass, realizzato da Jfc, hanno il segno più.  E per i catastrofisti saranno perfino sorprendenti (mentre  gli ansio-ambientalisti li considereranno falsi – ma che ci vuoi fare?): il 2016/2017 per il sistema neve segna un incremento delle presenze del 4,2% e un parallelo incremento del fatturato del +4,7% rispetto allo scorso anno. Il comparto ha recuperato, nel suo complesso, una quota economica di rilievo, pari a 447 milioni di euro, portando il fatturato a quasi 10 miliardi. Ma il dato più rilevante è quello che fa riferimento all’EBITDA (margine operativo lordo, prima di tasse, imposte e ammortamenti, indicatore fondamentale dello stato di salute di un’azienda): per le imprese della filiera turistica nel suo complesso è cresciuto del +8,9%.
Il rapporto Skipass Panorama turismo tiene monitorate 61 stazioni sciistiche italiane, analizzate nella complessità del sistema: dagli impianti alla ristorazione, dall’ospitalità all’offerta turistica e sportiva, fino alla composizione e provenienza degli ospiti.

Steinbergbahn (courtesy Sandra Raccanello)

Alla base del sistema, comunque, piaccia o no, resta sempre l’impiantistica nazionale. L’ANEF, l’associazione delle aziende che gestiscono impianti (che fa capo a Confindustria), questa primavera ha tenuto un ‘succoso’ congresso annuale, che ha sancito la sua svolta green (sul tema, vedi news qui: http://www.dovesciare.it/news/08/06/2017/sci-anef-lancia-un-approccio-alla-montagna-green-oriented). Nell’occasione, sono emersi alcuni numeri poco noti che testimoniano una presenza più poderosa e incisiva di quanto non si pensi. Gli impianti funzionanti in Italia sono circa 1500, di cui 1200 aderiscono ad Anef; le aziende sono circa 380, per una forza lavoro di 10.000 addetti fra fissi e stagionali. Per la maggior parte gli impianti di risalita sono ovviamente in tutte le regioni alpine, ma sono presenti in tutta la dorsale appenninica, e perfino in Sardegna (senza dimenticare gli impianti non a uso sciistico come a Taormina, Isola d’Elba ecc.). Il fatturato medio lordo del settore si attesta attorno a 1 miliardo di euro, con un indotto a favore della filiera (rifugi, maestri di sci, hotel, ristoranti ecc) calcolato sui 7 miliardi (a seconda del contesto geografico e della vocazione turistica della località montana). Circa il 30% degli incassi è riversato sul territorio sotto forma di acquisto di beni e servizi forniti da aziende locali, investimenti in nuovi impianti ed attrezzature (battipista, cannoni ecc) acquistate quasi esclusivamente da aziende italiane (quindi un ulteriore indotto sul territorio). Un altro 30% viene erogato ai dipendenti sotto forma di salari e contributi. Queste realtà, se comunicate, potrebbero convincere gli scettici sull’importanza e l’attualità dei sistemi funiviari in favore del benessere ambientale ed economico dei territori serviti (il contrario della vulgata comune, che vede negli impianti a fune solo un danno per l’ambiente). Spesso prendo a esempio l’Austria (nella foto, l’impianto portante del megacomprensorio Skicircus Saalbach). L’associazione degli imprenditori dell’impiantistica sta poi dimostrando una maggiore forza comunicativa attraverso vari progetti di spessore: “Quando la Neve fa scuola” progetto FISI – MIUR al terzo anno;  lapartecipazione attiva con un gruppo ricercatori ENEA e Ministero dell’Ambiente soprattutto sulla water footprint e sull’impatto ambientale sostenibile degli impianti, e infine la ‘Carta di Cortina’.

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: