Riscoperte: Pila
Come in molti campi della vita, le buone cose le fanno le persone. Poche. Così, anche nelle stazioni sciistiche importanti, quelle con un’organizzazione aziendale molto strutturata, si scopre che chi tiene in piedi la baracca è magari un appassionato. Succede per esempio nelle piccole località appenniniche. Ma anche sulle Alpi. Mi è capitato di imbattermi in questi ‘eroi’ più volte: a Chamois, o a Champorcher.
E a Pila, che piccola non è, ho avuto modo di sciare con Willy (Davide Vuillermoz), già marketing manager della stazione e cento altri ruoli…. Uno che si diverte un mondo a trasmetterti qualcosa in più del posto, che conosce ogni singolo albero, ogni singola gobbetta, ogni passaggio. Stretta fra i grandi comprensori famosi, come Courmayeur e La Thuile, devo dire che su Pila ero un po’ prevenuto. Pensavo a un posto ‘commerciale’, da metropolitani del weekend o da gruppi di stranieri, e per di più molto cementificato. E invece Pila ha un suo perché, nel panorama valdostano. E si regge anche grazie a una grande passione degli operatori.
Già il fatto di poterla raggiungere in cabinovia da un comodo parcheggio ‘cittadino’, da Aosta, senza doversi sobbarcare mille curve, non è male. Poi una volta in quota la ski area sorprende. La prima impressione è quella di ‘atterrare’ su una terrazza panoramica ammantata di larici e abeti, a 1800 metri. Di fronte, a nord, si spalanca la quinta dei grandi 4000 delle Alpi, dal Monte Bianco al Cervino fino al Grand Combin e al Monte Rosa, mentre a monte, verso sud, si apre l’anfiteatro naturale di bianche cime di ‘panna montata’, tutte fra i 2700 e i 3000 metri, che sembrano fatte apposta per essere violate con gli sci.
Pila è la stazione sciistica della Valle d’Aosta che in un colpo solo raggruppa quelle caratteristiche positive che altrove troveresti separatamente: un comprensorio ‘ski total’ – ovvero, esci e rientri da quasi tutti gli alloggi con gli sci ai piedi– tecnico quanto basta, ma ben organizzato per le famiglie con bambini, e in più raggiungibile e fruibile senz’auto, con una città quasi a portata di mano (purtroppo non di sera). I 2000 posti letto sono tutto sommato un numero equilibrato con la dimensione del comprensorio e non fanno di Pila un ‘mostro’ enorme calato dall’alto a cementificare la montagna, come è successo nella vicina Francia. Un altro aspetto che colpisce subito è proprio la vista sulle grandi montagne, tutte insieme. Se nelle altre località ci sei ‘sotto’, qui le ammiri tutte in una volta, dall’alto e da lontano: spettacolare!
L’unica cosa che non può rivaleggiare con altre realtà più celebrate è la dimensione totale della ski area, ‘solo’ 70 km. In compenso si tratta di piste ben esposte, di fattura quasi… ‘dolomitica’, che brillano per una buona manutenzione e un andamento non troppo nervoso. Sono del tutto godibili anche nelle giornate nuvolose perché si snodano tra i boschi. In particolare la n. 1 Chamolé, la n. 2 Du Bois (del Bosco) Renato Rosa, la n. 3 Gorraz, servite dalla seggiovia Chamolè. In Valle d’Aosta è raro poter sciare interamente tra gli alberi su tracciati così movimentati da cambi di pendenza, con neve sempre ben lisciata. La conformazione del comprensorio è poi adatta alle famiglie perché essi tendono a riunirsi al centro della stazione, così è più facile ritrovarsi durante la giornata, e non ci si perde in labirintici comprensori.
Una novità di quest’anno riguarda la Platta de Grèvon: grazie alla realizzazione di un nuovo tracciato si può scegliere se raggiungere velocemente la seggiovia del Couis 1 per la risalita, oppure imboccare il tracciato classico, un po’ più lungo e meno in pendenza. Infine, una bella idea: come in tutta la Valle d’Aosta ogni mercoledì per le donne skipass a 25 euro, e tariffe speciali alle terme di Pré-Saint-Didier e Saint-Vincent più sconti esclusivi di Pila per hotel, baite e noleggi.
Superiori alle aspettative i rifugi: citazione speciale per La Societè, rivisitazione contemporanea della baita, sia dal punto di vista architettonico che da quello culinario.
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