La mia seconda vita sciistica – sì, perché 2 anni senza sci sono una vita! – è ripartita dalle Dolomiti. E precisamente da un vero colosso del sistema invernale italiano: la trentina Val di Fassa, che totalizza oltre 50.000 posti letto tra Moena, Pozza, Pera, Campitello, Canazei (per citare i centri principali) e 210 km di tracciati nell’ambito dei due comprensori del Dolomiti Superski “Fassa-Carezza” e “Alpe Lusia-San Pellegrino”, sullo sfondo di gruppi spettacolari come Catinaccio, Monzoni, Sella, Sassolungo, Marmolada (*vedi approfondimento sotto).
Curiosamente, uno come me, che si autodefinisce esperto delle Dolomiti e che le Dolomiti le frequenta fin da tenera età, ha conosciuto a fondo la val di Fassa relativamente tardi. Sì, certo, da Canazei ci sarò passato decine e decine di volte sugli sci durante le mie scorribande nel Sella Ronda. E del Belvedere, del Pordoi, di Pian Frataces, del Col Rodella conosco ogni gobbetta e ogni variante… Però… Però, c’è molto molto di più in Val di Fassa. In particolare, nel mio ultimo viaggio di qualche settimana fa – prima uscita post pandemia – mi sono soffermato ad analizzare lo storico polo Pozza di Fassa – Buffaure, dove si sciava già quasi 70 anni fa (non c’entra con la mia età: che credevate?!). All’ingresso della valle di San Nicolò, nella frazione di Meida (nell’ambito del ‘nuovo’ comune di Sèn Jan – San Giovanni, in pratica Pozza-Pera-Vigo), che conserva begli scorci, dopo lo ‘Ski stadium’ Aloch, poco oltre si nota subito la telecabina Buffaure (piccolo suggerimento: si può parcheggiare un po’ più in alto lungo la fine pista, per poi ridiscendere con gli sci alla stazione a valle). Ebbene, il ‘piccolo’ comprensorio non solo vive di luce propria (e vedremo come, nella Val di Fassa part II di questo reportage), ma si pone soprattutto come accesso al Sella Ronda. Dopo la telecabina si prende la seggiovia Valvacin, si prosegue con panoramico e divertente saliscendi fra i pascoli innevati della val Jumela, fra piste rosse e le seggiovie Pala del Geiger e Orsa Maggiore. da questa angolazione la visione del Gran Vernel e della Marmolada è semplicemente grandiosa, un bastione di roccia-neve-ghiaccio. Dai circa 2400 m della Sella Brunech, ora ci aspetta una discesa continua prima in campo aperto, rilassante, poi una picchiata fino ad Alba di Canazei entrando nel bosco: sono circa 900 m di dislivello totale. Il tratto più entusiasmante va dai 2100 m del pianoro del Ciampac, lungo la omonima supernera esposta a nord, ancora affettuosamente chiamata dai locals Pista del Bosco. In fondo si prende il gioiello tecnico della funivia ’Funifor’ Col de Rossi, aperta a dicembre 2015: e il gioco è fatto; in 5 minuti il cuore del Sella Ronda è lì. Bello no? Senza bisogno di intrupparsi in code o parcheggi affollati a Canazei o Campitello, in più con l’opportunità di ‘scaldarsi’ ben bene prima di affrontare giri ancora più lunghi.
Questo tema dell’accesso al cuore del Dolomiti Superski dal Buffaure non è secondario: va ad intrecciarsi con le sfide di sviluppo della val di Fassa e con il riequilibrio dei flussi turistici-sciistici della zona. Perché in ballo – udite udite – c’è il progetto di un collegamento diretto con la prospiciente ski area Catinaccio-Ciampediè di Vigo di Fassa, nel versante opposto della vallata. Attualmente, in fondovalle tale collegamento è attivo con un breve tratto di skibus. L’operazione, sulla quale ho avuto modo di ottenere le prime indiscrezioni da alcuni protagonisti del territorio, non solo chiuderebbe completamente l’itinerario tematico sci ai piedi detto Skitour Panorama, che testai pur ancora parziale già nella stagione del suo lancio (la 2014-15), ma porrebbe anche una serie di opportunità-problemi di grande portata per l’assetto della valle.
Il dubbio è fra due opzioni: nuovo impianto (andata e ritorno) per attraversamento aereo di paese e strada statale fra le stazioni a valle della cabinovia del Buffaure e le esistenti seggiovie Vaiolet di Pera di Fassa ( per intenderci, un po’ come quello che collega il Plan de Corones con l’altro versante di San Vigilio di Marebbe verso la pista Erta)? Oppure: rinnovo dell’impianto del Buffaure con l’aggiunta di una stazione intermedia, nuova pista di discesa e relativo impianto di risalita a metà pendio con direzione Pera di Fassa, per rendere il collegamento per la base della Vaiolet (che contestualmente verrebbe rinnovata) più lungo, vario e ‘sciatorio’? La differenza fra le due modalità non sarebbe irrilevante, perché le ipotesi sono sì suggestive (almeno per noi appassionati e addetti ai lavori, perché dare addosso allo sci e agli impianti sembra sia diventato un nuovo sport nazionale), ma mettono in moto anche dinamiche imprevedibili. Per esempio, si può determinare la cannibalizzazione di alcune aree a scapito di altre, dirottando flussi eccessivi non dalla parte voluta? Siamo sicuri che un siffatto collegamento arrecherebbe vantaggi alla Ski Area Catinaccio di Vigo di Fassa, che al momento tende a essere un po’ bypassata? Quelli che soggiornano a Vigo o più giù partirebbero da lì, o salterebbero ancora di più l’area di casa? O la gente tenderebbe invece a concentrarsi sempre verso Campitello e Canazei, irresistibilmente attratta da Sella Ronda, Marmolada, ecc. grazie al fatto di non dover usare l’auto per spostarsi? (e questo sarebbe già un indiscutibile vantaggio). Un’altra sfida qui riguarda anche la viabilità. Urge la liberazione delle auto dalla frazione Meida (dove si trova anche la pista agonistica dello Ski Stadium Aloch, terreno abituale di allenamento dei big di Coppa del Mondo, come Petra Vlhova) e in generale dai centri di Pozza, Pera, San Giovanni di Fassa. Inoltre, c’è da valutare la riqualificazione della zona sci fondo. gioco e campo scuola sui prati fra Pera e Pozza, al momento disattivata (proprio perché si è deciso di ‘trasferire’ il campo scuola con nuove attrezzature e spazi in quota al Buffaure).
Tanti fronti aperti, per la gente della Val di Fassa. E qui sarà la visione più o meno illuminata, più o meno coraggiosa e lungimirante di amministratori e imprenditori a fare la differenza.
*APPROFONDIMENTO
Il comprensorio sciistico della Val di Fassa-Carezza/Alpe Lusia-San Pellegrino è composto da circa 210 km di piste, inclusi i collegamenti con le zone sciistiche limitrofe, servito da oltre 80 impianti di risalita ed una copertura con innevamento programmato superiore al 95%.
Le aree sciistiche in Val di Fassa sono: Marmolada/Pian dei Fiacconi, Alba/Ciampac; Canazei/Belvedere/Passo Pordoi; Campitello/Col Rodella/Passo Sella, Pozza di Fassa/Buffaure, Vigo di Fassa/Ciampedie, Passo Carezza, Moena/Lusia/Bellamonte, Passo San Pellegrino/Col Margherita/Falcade.
In Val di Fassa lo sci alpino è sinonimo di agonismo e campioni. Ricordate la storica partnership con Alberto Tomba? Ora, grazie al progetto “Piste Azzurre”, realizzato da tempo in accordo con la Fisi e rinnovato recentemente per cinque anni per approdare ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, la nazionale di sci alpino, maschile e femminile, si allena in Val di Fassa. Sono ben otto le piste messe a disposizione degli sciatori che partecipano ai massimi circuiti. In particolare, la Pra di Tori della Skiarea Carezza il ospita abitualmente la Coppa del Mondo di snowboard. Lo Ski Stadium Aloch di Pozza ha ospitato lo slalom speciale maschile di Coppa Europa il 17 e il 18 dicembre e successivamente a gennaio la Fis Baltic Cup con 300 atleti delle repubbliche baltiche (appuntamento rinnovato anche per il 2023), mentre sempre a dicembre sulla pista La Volata di Passo San Pellegrino si sfidano le ragazze in discese libere di Coppa Europa (e perfino di Coppa del Mondo, come è avvenuto con i recuperi di questa stagione).