Sciare in città – part I: Lienz

Mi è sempre piaciuto intrufolarmi con gli sci per stradine e raccordi apparentemente insignificanti all’interno dei paesi, zigzagare fra staccionate e giardini privati, infilarmi fra case e chalet per trovare la via più breve per arrivare trionfante all’albergo che mi ospitava, sci ai piedi. E mi piace anche ‘approdare’ con gli sci fino dentro in città. Città? Non datemi per matto. Beh, matto forse lo ero nel lontano 1977 quando in occasione di una storica nevicata novembrina (!) a Bologna misi gli sci lungo via Risorgimento, lungo i giardini di Porta Saragozza, per poi arrampicarmi nel boschetto dietro la Facoltà di Ingegneria…. Ma ora, quando parlo di ‘sci in città’, mi riferisco proprio a piste che terminano in città che sono al contempo stazioni sciistiche. A Briancon, nel comprensorio di Serre-Chevalier, per esempio (vedi anche in questa sezione l’articolo). O a Innsbruck, dove le piste della Nordkette terminano più in alto, ma l’esempio è calzante perché sembra letteralmente di volare sulla città. Ma è a Lienz, in Osttirol (Tirolo dell’est) che mi ha colpito particolarmente il muro dell’Hochstein: termina in zona urbana, e a una quota piuttosto inusuale per le nostre latitudini, meno 680 metri. Su questo muro si svolge una ormai classica gara di Coppa del Mondo femminile ogni 2 anni (nel 2015 il 29 dicembre) … A dire il vero Lienz ha solo 12.000 abitanti ma ‘città’ lo è, anche per il ruolo nevralgico e culturale fra il Tirolo e la Carinzia e il vicino Alto Adige (Val PusteriaI. E’ un minicomprensorio vecchio stile, con piste tecniche e intriganti cambi di pendenza, lungo una direttrice unica, più qualche variante. Ma permette una sciata a valle di ben 7 km, con più di 1300 metri di dislivello! La prima sezione è servita da una cabinovia 8 posti; poi segue una romantica biposto fino a 1514 metri. Infine un lungo skilift porta all’Hochsteiner Hütte a 1988 metri. La pista principale, nera, quella dello slalom di Coppa del Mondo femminile, si chiama Reiterfeichte-Idlboden ed è la n.3-7. Davvero entusiasmante. Se l’Hochstein è il comprensorio di casa, nell’altro versante dell’ampia conca di Lienz, si apre una zona sciistica un po’ più grande e classica, rilassante, per famiglie e turisti: la Zettersfeld, più soleggiata perché esposta a sud, fra 1660 e 2278 m. Si sale con una funivia di arroccamento, da riprendere al ritorno, poiché non esiste pista di rientro a valle. Grandiosa e aperta sulle Dolomiti di Lienz a sud (sì, pochi sanno che qui c’è un’appendice calcarea delle Alpi simile alle vicine Dolomiti dell’Alta Pusteria), l’area offre piste piuttosto movimentate, rosse o blu con qualche pezzo nero ma non troppo. A me è piaciuta la pista più decentrata, Faschingalm, che scende alla quota minima di 1660 metri all’estremità est del comprensorio. Molto carina e verace l’omonima baita quasi in fondo. Non lontano da Lienz, in direzione nord, verso il GrossGlockner altre 2 stazioni da poco collegate formano un comprensorio di tutto rispetto: Kals am Grossglockner e Matrei, 42 km di piste su 270 ettari. Il comprensorio è in forte espansione e ha beneficiato di notevoli investimenti, culminati non solo in impianti molto efficienti, ma anche in strutture. Emblematico il Gradonna Resort, complesso ricettivo davvero ardito anche per gli alti standard architettonici austriaci, e in cima, a 2600 metri, il ‘cubo’ dell’Adler Lounge, esempio di rifugio di nuova generazione (ricorda l’Ice-Q di Sölden).

Ultimo consiglio: le Dolomiti di Lienz, che a prima vista sembrerebbero piuttosto aspre e inaccessibili. Non mancano canaloni e forcelle esplorabili con gli sci da alpinismo che qui è molto popolare: come base, ma anche come meta di una gita per tutti, c’è la Dolomitenhütte (www.dolomitenhuette.at). Una baita fuori dal comune, appesa a una parete di roccia che si stacca improvvisa da una distesa di boschi. Le nuove stanze e gli spazi lounge e le vetrate sono a picco sul burrone: spettacolo.

Info: www.lienzer-bergbahnen.at; www.gg-resort.at; www.ostirol.com

 

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