‘Spaghetti meteo’ vs app meteo
Un’inversione termica micidiale sta interessando in questi giorni il Nord Italia nel corso del weekend sciistico più atteso dell’anno, il ponte dell’Immacolata: in pianura il cielo ‘sembra’ coperto, ma in realtà è nebbia (a volte fitta). Contemporaneamente abbiamo 8-10 gradi e sole implacabile in montagna (come volevasi dimostrare, ahimè: leggi qui il precedente articolo sulla categoria ‘meteo freak’) . Sulle piste, nonostante tutto, si scia benino, grazie al fondo di neve programmata allestito miracolosamente nelle poche notti fredde. Però, siamo alquanto in ansia: ci vuole neve, neve vera. Allora ogni ora guardiamo le app meteo del nostro smartphone in cerca di qualche buona notizia; quella nuvoletta con un po’ di sole e un fiocco di neve che ogni tanto compare promette bene… Salvo poi essere smentita da un sole inesorabile, e caldo, troppo caldo… Allora: le app meteo consultiamole pure, ma poche illusioni: non solo queste previsioni valgono per non più di 24-48 ore, ma vanno ben interpretate e integrate con altre fonti e analisi, con spirito critico e qualche cognizione in più, per non cascare in certi tranelli. Perché queste, per essere immediate, devono semplificare al massimo. E allora diventano non solo semplici: semplicistiche.
Come fare, allora, a programmare le uscite outdoor, le gite, le sciate (per non parlare delle attività professionali come trasporti, agricoltura ed edilizia)? Non serve essere esperti di meteo per vederci un po’ più chiaro nel baillamme previsionale. Prima cosa: guardare ‘oltre le righe’, fra le pieghe dei bollettini meteo sui siti specializzati, osservando le carte e cercando di capire la dinamica complessiva della situazione: non basta limitarsi a inserire il nome della località. Secondo: per chi è ancora più curioso, viene in aiuto la carta … Spaghetti. Spaghetti che? Non è uno scherzo. In gergo, si chiamano veramente così, “carta Spaghetti”, i grafici frutto dei vari modelli previsionali. Sono reperibili su internet e più facili da capire di quanto non appaia a prima vista, e permettono di costruirsi da soli una previsione a medio termine più affidabile della ‘finestra’ che ci appare sullo smartphone. La ‘carta Spaghetti’ è proprio quella che ci fa visualizzare i vari scenari possibili.
Premessa: tutte le previsioni, sia delle banali app su smartphone che dei siti meteo più autorevoli, vengono emesse basandosi sui cosiddetti ‘run’ (le ‘corse’) di alcuni modelli matematici di riferimento. Prendiamo per esempio il modello americano GFS, uno dei più noti. Ogni 6 ore (e qui si comprende perché da un momento all’altro ci cambiano le previsioni sul telefonino) il Modello viene fatto ‘girare’. Ma sono ben 21 le diverse ‘corse’ che vengono fatte compiere al Modello: ognuna leggermente diversa dall’altra, ognuna con un piccola perturbativa sui dati inseriti. Perché la meteorologia non è altro che una scienza probabilistica.
Che ne esce, allora? Ben 21 risultati diversi … più 2: i due in più corrispondono alla ‘media aritmetica’ di tutti gli scenari previsionali, e alla ‘media ponderata’, ovvero lo scenario più ‘probabile’.
Alla fine, il grafico presenta quindi 23 linee: tanto più queste saranno convergenti e tra loro vicine, tanto più le corse si assomigliano e tanto più elevata è la probabilità che la previsione sia esatta.
Un esempio? Nella foto, riferita al 6 dicembre a Cortina d’Ampezzo, si nota che a 4/5 giorni le corse dei modelli sono praticamente convergenti (spaghetti ‘chiusi’), mentre andando oltre esse iniziano a divergere anche di molto (spaghetti ‘aperti’): ripetiamo: tanto più ‘chiusi’ sono gli spaghetti, tanto più convergono le corse del modello e tanto più alta è l’affidabilità della previsione.
Senza entrare nel merito del significato dei diversi colori (questo sì, è da meteomen), andiamo più a fondo nella lettura del grafico: sull’asse orizzontale si leggono i giorni, sull’asse verticale di sinistra la temperatura, sull’asse verticale di destra i millimetri di precipitazione (1 mm di pioggia corrisponde a 1 cm di neve).
Gli spaghetti nella parte bassa del grafico, dunque, rappresentano le precipitazioni attese; gli spaghetti al centro indicano la temperatura (calcolata a 500 hectopascal, per gli esperti meteo, circa 5000 metri); gli spaghetti nella parte superiore indicano la temperatura a 850 hectopascal (che corrispondono più o meno ai 1500 metri sul livello del mare, che è la quota d’interesse sciistico, per così dire).
E allora, cosa succederà nei prossimi giorni sulle Dolomiti? Non c’è da stare allegri. E non sarà molto diverso nel resto delle Alpi… Calma piatta. Temperature mai troppo basse (meno 5… ma cos’è uno scherzo, a dicembre?), probabilità di neve remota. Sì, è vero c’è un picco del 30% di probabilità sul 14 dicembre, ma è ben poca cosa, e inoltre c’è un’affidabilità scarsa, poiché le linee, come abbiamo visto, a 5-7 giorni divengono molto divergenti fra loro.
Ma come costruirsi il proprio grafico centrato sulla località di interesse?
Semplice: ci sono diversi siti specializzati, per esempio questo: http://www.lineameteo.it/spaghi.php; cercate la vostra località sulla mappa, seguendo le istruzioni.
E le app meteo dello smartphone, cosa facciamo, le buttiamo via? No, teniamole: ma oltre i 2-3 giorni diamo loro solo il peso che meritano. Poco.
(di Fabio Bottonelli, in collaborazione con Matteo Bottonelli)
6 dicembre 2015