St. Moritz è St. Moritz: non a caso
Lo snobismo al contrario mi irrita. Anche quando si parla di sci e località sciistiche. La comunicazione semplicistica e banalizzante che imperversa, agevola la raffica di luoghi comuni e li amplifica: a Cortina gli impianti sono vecchi e enti. A Courmayeur le piste sono tenute male. A St. Moritz ci vanno i ricchi eccetera eccetera. Sì dai va bene. Ogni volta mi capita di smentire questi luoghi comuni. Spesso invano: negazionisti e relativisti culturali impazzano, e purtroppo esternano in argomenti ben più seri. Passiamo oltre.
Dunque. St. Moritz. Di St. Moritz o meglio di Engadina voglio parlare: io, sciatore delle Alpi orientali, tendenzialmente dolomiticentrico, ne sono rimasto stregato. E una volta di più mi sono detto: ci sarà ben una ragione se St. Moritz è St. Moritz. Una ragione, la principale, inconfutabile è che è semplicemente bello. Bello con la B maiuscola, da vedere e contemplare. E stop. La luce. Il microclima. L’aria. La grande apertura. Una valle che sembra un altopiano; o un altopiano che è una valle? I laghi innevati. Le radure e i boschi con le stradine innevate. Fondisti e kite-surfer, cavalli e bobbisti, trenini e funicolari. Piste da slittino sul Muottas Muragl ed escursioni con le ciaspole sotto il Morteratsch, vallette incantate (Bever, Staz, Rosegg…) e giri in carrozza trainata dai cavalli, Grand hotel lusso (5 sono i 5 stelle) e case tipiche engadinesi, gioiellerie e pasticcerie sulla via Serlas, suggestioni storiche della Belle Epoque e l’epopea dello sci (St. Moritz è una specie di museo degli sport invernali a cielo aperto: si attribuisce la nascita del turismo invernale nel 1864 al Badrutt Hotel)… Una sbornia di buone ragioni. Ah già: le piste. 350 km dichiarati. Saranno forse un po’ meno, ma non ci sono discussioni: sciateci sopra queste 88 piste poi mi dite. Il bello di St. Moritz (e in generale di tutte le grandi stazioni titolate, che – ripeto – sono tali non per caso) è che si può spaziare su una varietà di terreni e di piste, con conformazioni, esposizioni e situazioni sempre interessanti, per tutti i gusti e tutti i momenti della giornata e della stagione. Un giorno qui uno là e non ti annoi, anzi ti esalti. Su diversi comprensori complementari. Con lunghezze, dislivelli e quantità di innevamento super (non quest’anno).
Il versante Corviglia-Piz Nair (fino a 3052 m) sopra il paese è il principale, con autostrade di neve, canaloni, spianate, panettoni, tanto sole, ma anche una storica nera che si getta sul paese. E’ il versante dei Mondiali 2017 (dopo quelli del 2003), nonché delle gare di Coppa del Mondo: la discesa libera con la partenza più ripida del Circo Bianco (raggiungibile ad atleti e staff solo con una fermata straordinaria della funivia su un pilone e poi con una scaletta…). Ma è qui che c’è anche la pista chill out ‘Paradiso’ n.1 con tanto di postazioni per fare yoga. Da questa parte c’è anche Marguns con le seggiovie che servono piste significative (Plateau Nair) e gravitano su Celerina, altro nodo di arroccamento oltre a St. Moritz paese (Dorf) con la funicolare e la funivia Signal da St. Moritz Bad.
Il versante Corvatsch-Furtschelass, dall’altra parte, è forse ancora più movimentato, e presenta la gemma della vetta del Corvatsch a circa 3300 m, e la selvaggia, lunga discesa di 9 km che termina verso St. Moritz Bad, l’Hahnensee.
Un altro comprensorio fondamentale, assolutamente da provare, è il Diavolezza-Lagalb, lungo la strada del Bernina: 2 funivie ‘secche’, come una volta (però moderne), lunghe lunghe, e pistoni interminabili caratterizzati da cambi di pendenza: e soprattutto il grandioso paesaggio di alta montagna (Bernina e Piz Palu in primis), con il ghiacciaio quasi himalaiano Morteratsch che visto dall’alto del Diavolezza lascia a bocca aperta. Quando ci sono le condizioni è possibile anche la discesa fuoripista di 10 km lungo il ghiacciaio stesso.
E se in Engadina la forma delle singole montagne è meno immediata delle Dolomiti, però è il ‘complesso’ del paesaggio a far innamorare per la straordinaria armonia.
St. Moritz paese, leggermente a mezzacosta sul versante soleggiato, è più bello visto dal basso della valle o dall’alto delle piste che dall’interno, questo ve lo riconosco. Ma è bellissimo di sera, quando ‘scintilla’, come scintillano i cristalli di neve nel particolare microclima della valle… e sono talmente belli i paesi e borghetti attorno, come Zuoz con le sue case storiche o S-chanf, e quelli più grandi Pontresina, Celerina, Silvaplana, Sils… Ma vogliamo parlare di Maloja?
Per me tutta l’Engadina è stata una vera rivelazione. Consiglio da amico: un amante della montagna e dello sci deve andarci una volta almeno nella vita.