W la pappa
Ok, è caldo, e la neve molla già, anche se siamo in gennaio. E allora? Allora chi se ne frega. Siamo noi che dobbiamo adattare la nostra sciata al terreno e all’ambiente, e non viceversa! Riscopriamo il piacere di accettare e interpretare ‘quello che c’è’, senza pretendere piste così perfette da risultare asettiche, stucchevoli, banali. Non ho mai condiviso le lamentele di chi a metà giornata, con 15 gradi al sole, trova un centinaio di metri di neve pappa su qualche pista. Ma state sereni: anche perché dovete rassegnarvi: probabilmente sarà il tipo di neve prevalente quest’anno, e pure i prossimi. Se no state a casa e andate pure al mare a prendere del freddo. E non dico questo perché mi considero uno sciatore esperto, da poter superare in disinvoltura qualsiasi nevaccia mi capitasse. No, sono solo uno dei tanti, mai stato agonista, mai nemmeno lontanamente sfiorato un corso maestri, non sono nemmeno sci alpinista (loro sì che trovano le vere nevacce crostose, altro che powder) però provo a essere uno sciatore’ attivo’, cerco di non subire la neve, e cerco la conduzione (ahimè non sempre trovandola, cosa che mi arreca enorme frustrazione). Va beh, forse sono avvantaggiato perché ho nel DNA l’Appennino – le foto qui sono al Corno alle Scale – e ‘voi delle Alpi’ non immaginate nemmeno cosa può essere la neve in Appennino. Però mi diverto lo stesso, anche di più, quando la neve molla. Sono varie le casistiche in cui si può imbattere, e tutte hanno qualcosa da insegnare.
La pista esposta a sud o a est la mattina presto (non sono molte, ma esistono), dopo un giornata calda: a me non mi piace; è dura è basta, ma quel duro che nasce dal ‘bagnato’ del giorno prima, quindi infido. I disegni della fresa del gatto delle nevi creano scalini e fanno vibrare gli sci. Ma quando verso le 11 questa pista prende un po’ di sole, e molla leggermente… Non è una vera libidine? Quella è la neve più bella che ci sia. Ancora liscia, perfetta… con quel tanto che basta di morbido, che tiene benissimo. Un po’ come il firn.
E questa qui sopra sarebbe ‘pappa’?
Un altro caso, più frequente, è la tipica pista di rientro pomeridiano, a bassa quota, con misto neve artificiale e naturale ‘papposa’, che si accumula ai bordi. Va beh, per una pista sola, la potrete sopportare no, dopo aver sciato tutto il giorno? E poi qui diventa challenging saltellare a bordo pista fra quelle gobbette, scoprendo che ad affrontarle con naturalezza e disinvoltura giripoi abbastanza, facendo (con cautela) lo slalom fra i cannibali. Ammetto però che questo tipo di neve è difficile se si arriva stanchi a fine giornata. Difficile ma divertente.
Altro caso ancora: vera ‘pappa’, determinata dal sole o dall’aria calda, su pista molto frequentata, nelle ore centrali della giornata. Il problema spesso è più psicologico che altro. D’accordo, il principiante o lo sciatore medio-basso sarà un po’ in difficoltà, perché vede gobbe piuttosto alte, oppure neve ammucchiata e sente gli sci come ‘bloccati’ nella sterzata. Ma a uno sciatore normale questa roba deve fare un baffo, perché lo sciatore attivo non sterza, non derapa, ma dipinge binari perfettamente paralleli e con arco costante…. Anzi, qui sarà ben meglio la neve pappa che il ghiaccio raspato? In caso di pendenza moderata o scarsa, questa neve la domi bene, puoi fare dei bei binari, e le eventuali gobbette le incidi o lo sfondi. In caso di pendenza più sostenuta, giri bene ugualmente, anzi, ti vengono perdonati gli errorini e la velocità resta più controllata. Spesso poi, fra i mucchi di neve marcia, troviamo una sorta di traccia centrale più lisciata larga circa 3 o 4 metri, ove l’aderenza é simile a quella della neve dura: non è divertente il corto raggio lì dentro, se riesci a starci? E poi ogni tanto variare e portarsi più a lato, scollinando ancora nella neve marcia… dentro e fuori, dentro e fuori. Dai, è forte, anche perché sei all’ultima pista con quel misto di rimpianto-piacere-sollievo per essere arrivato tutto intero in fondo a fine giornata….
Ancora un esempio, meno frequente, ma riscontrabile specie a fine stagione, con piste vuote in stazioni poco frequentate: neve pappa con alte temperature, ma non accidentata, bensì sostanzialmente ancora liscia perfino nelle ore più calde grazie all’usura limitata del manto nevoso (qui sopra nello Skiwelt Wilderkaiser). Beh, rimirate i vostri profondi binari e sappiatemi dire… bello, vero? Solo raramente possono esserci tratti veramente collosi dove devi stare attento a non impuntarti.
Insomma, la neve trasformata, altrimenti detta pappa, in pista può rivelarsi un vero e proprio fun park illimitato, ma anche una palestra per guadagnare sensibilità e centralità. Il segreto è sempre quello: sciare rilassati ma decisi, guardare avanti (giammai le punte), mai subire la sciata (questo vale sempre), utilizzare materiali di livello e ben registrati. Oggi gli all mountain di ultima generazione si stanno rivelando molto appaganti proprio su questo tipo di neve…
Ma il messaggio in fin dei conti è: accettiamo quel che la natura ci dà.
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