Well done! Buono il burger gourmet
Sindrome del foglio bianco… Allora, dovendo scrivere di hamburger, rompo il ghiaccio e inizio così: adesso è un po’ una moda proporli in gourmet style. E come tutte le mode, un po’ rompono (a me quasi prima di nascere). Ma se penso a quelli che ho assaggiato da Well Done Burger in via Caprarie a Bologna (progetto di quel laboratorio di idee fra food e dintorni che è You Can Group, dell’imprenditrice Sara Roversi e di Andrea Magelli), allora devo ricredermi. E’ proprio il caso di dire: bravi! Well done! (ndr: well done vuol dire sia ‘bravo’ che ‘cotta a puntino’, riferendosi alla carne).
Il locale ‘va’, almeno sembra, perché nella pausa pranzo lo vedo pieno. Ma non è solo un fenomeno commerciale. C’è sostanza. Ed è qui, nella prima hamburgeria gourmet italiana, presente sotto le Due Torri con due ristoranti (l’altro in via Fioravanti, oltre a Milano Marittima, Modena, Cagliari e Cugnana vicino a Portocervo, e proprio in questi giorni, anche a Padova), che si presentano progetti innovativi fra cibo, salute e tecnologie.
FeatApp, ideata dalla fiorentina Chiara Cecchini, integrandosi con i conta-passi presenti in smartphone e wearables, deposita ‘gettoni’ nel salvadanaio personale dell’utente ogni determinata quantità di passi effettuati. Così hai la ricompensa… Puoi mangiare un po’ di più, ma meglio… I gettoni permettono di accedere a specialità alimentari presso rivenditori selezionati a prezzo conveniente. Well Done, che vuole offrire un burger buono ed equilibrato per appagare senza esagerare, ha sposato il progetto. Poi c’è DocFaber, applicazione creata dal nutrizionista bolognese Fabrizio Malipiero: interagisce con i menu di Well Done Burger e ‘progetta’ una dieta personalizzata su livelli progressivi. DocFaber, insieme a Well Done Burger, ha elaborato la ricetta di un panino, l’”Impettito”: ha il valore del piatto unico che abbina carboidrati, proteine e verdure per un maggiore controllo della glicemia e un effetto prolungato della sazietà: pane “Senatore” ad altissima digeribilità e basso contenuto di glutine, 160 g di petto di tacchino, julienne di Cipolla Rossa di Bologna, pomodoro, insalata iceberg, con yogurt al naturale emulsionato con limone e prezzemolo. l’ho provato nella nuova versione “mini mini”, finger food burger, ed è ottimo. Va più ‘gustato’ che mangiato, il mix di sapori è pulito e delicato.
Confesso però che da bimbone bolognese preferisco alcuni classici o addirittura il burger chiamato ‘Bolognese’, a base di polpettone di mortadella eccetera. Ma sono intriganti le nuove ricette: il Monello (pane multicereale, 160 g di trancio di salmone scottato alla piastra, robiola aromatizzata al lime, pepe rosa e misticanza), Il Pizzaiolo, (pane “BOB”, 160 g di hamburger bovino con sugo di pomodoro fresco ed edamer, lattuga/iceberg, bacon croccante, formaggio fuso, maionese e ketchup); il Brasato (pane Bob, 160 gr di hamburger bovino cotto in fondo di arrosto, radicchio di Treviso sfumato al vino rosso e pecorino filante), l’Eremita, (pane Multicereale, hamburger di zucca dadolata, brie, funghi porcini, mandorle sfilettate e prezzemolo fritto); il Raparonzolo (pane Senatore, hamburger croccante di legumi e rapa rossa insaporito al peperoncino, zucchine grigliate, peperoni arrostiti, salsa vegan) e il Cecio (pane Senatore, hamburger croccante di legumi ai 5 cereali e funghi, pomodoro, insalata e salsa vegan).
19 novembre 2015